L’Acropoli di Gela: origini, storia e ritrovamenti importanti – itGela

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MONUMENTI

L’Acropoli di Gela: origini, storia e ritrovamenti importanti

Panoramica dell'acropoli di Gela

L’Acropoli di Gela è situata sulla collina di Molino a Vento, a est della città, in una posizione predominante. Fino al 405 a.C. ospitava gli edifici sacri più importanti di Gela, molti dei cui ornamenti sono oggi conservati nel museo cittadino. In seguito all’ascesa al potere di Timoleonte, che ricostruì le mura cittadine nel 338 a.C. L’Acropoli si riempì di abitazioni disposte sui fianchi del colle. Vi erano case e persino negozi, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. Gli scavi hanno inoltre scoperto sotto al piano greco arcaico ritrovamenti protostorici risalenti addirittura all’Età del Bronzo e del Rame.

Immagine dei resti dell'Acropoli gelese

Acropoli di Gela

Acropoli di Gela: origini e storia

Gela venne fondata tra il 689 e il 688 a.C. da coloni greci provenienti dalle città di Creta e Rodi. Per il loro insediamento scelsero il pendio settentrionale del Molino a Vento estendendosi per oltre 400 metri verso Occidente fino al Castelluccio.
Nel corso del tempo questa area, l’Acropoli di Gela, subì diverse trasformazioni: stando ai ritrovamenti archeologici sarebbe stata occupata sia durante l’età del Rame, nel IV millennio a.C., sia durante l’età del Bronzo, nel II millennio a.C.
In seguito, nel VII secolo a.C., sopra i resti protostorici venne costruito il Tempio di Athena Lindia, protettrice della città. Questo venne poi inglobato in un secondo tempio risalente al VI secolo, dedicato sempre ad Athena.
Fino al 405 a.C., quando la città fu distrutta dai Cartaginesi, l’Acropoli ospitò gli edifici sacri della città dai quali provengono le decorazioni architettoniche e gli ornamenti in pietra conservati nel Museo di Gela.

Il periodo Timoleonteo

Nel periodo in cui Gela fu governata da Timoleonte, che ricostruì le mura della città nel 338 a.C. dopo le distruzioni operate dai Cartiginesi, l’Acropoli perdette il suo carattere sacro e si popolò di abitazioni disposte sui fianchi del colle opportunamente spianati. La zona monumentale della città venne spostata invece a Capo Soprano.
Il sito di Molino a Vento venne definitivamente abbandonato a seguito della conquista agatoclea e degli avvenimenti del 311-310 a.C.
Con l’incursione di Finzia, Gela cessò la propria esistenza; bisognerà attendere il 1233, perché la collina torni ad essere popolata; a questa data risale infatti la rifondazione ad opera di Federico II che impostò il castello sulle antiche vestigia greche.

Acropoli di Gela: i ritrovamenti

Oggi visitando l’Acropoli di Gela è possibile ammirare alcuni importanti ritrovamenti, tra cui i resti di:

  • tombe a fossa circolare chiuse da lastre di pietra verticali risalenti al IV e II millennio a.C.
  • un tempio dorico risalente al V secolo a.C., di cui rimane una sola colonna dorica. Il tempio era probabilmente consacrato ad Athena.
  • antiche abitazioni nell’area nord dell’Acropoli, fra cui si distinguono due cisterne a campana.
  • una cinta fortificata risalente alla fine del Vi secolo.
  • un tempio dorico di Athena risalente al VI secolo a.C. di cui è possibile ammirare il basamento con peristasi di 6 colonne sui lati più corti e di 12 colonne sui lati più lunghi riccamente decorato con terrecotte policrome, oggi esposte nel museo di Gela e in quello di Siracusa.
Antefissa Gorgonica conservata al Museo gelese

Antefissa Gorgonica

Foto di copertina e foto interne di Davide Mauro, Wikipedia

L’Acropoli di Gela: origini, storia e ritrovamenti importanti ultima modifica: 2018-06-28T11:45:59+02:00 da Laura De Rosa

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