Edificio volutamente spoglio o incompleto? Cosa si ergeva prima della sua costruzione? E cosa sappiamo delle personalità le cui spoglie sono state rinvenute recentemente al suo interno? Sono tutti quesiti che sorgono se si analizza la storia della Chiesa del Rosario di Gela, un luogo di culto tanto austero quanto misterioso.
Scarna all’esterno…
La chiesa del Rosario di Gela è una struttura molto semplice ed austera. La sua costruzione oscilla tra il 1796 e il 1838 e avvenne, probabilmente, sui ruderi di un’altra chiesetta del XVI secolo. Presenta un’unica navata con un sobrio campanile (del 1810) su un lato. L’edificio sorge nei pressi di Corso Vittorio Emanuele. Il suo aspetto rustico, dovuto all’assenza di una qualsiasi intonacatura, potrebbe essere stata una scelta di un committente che repelleva ogni tipo di sfarzo. Ma la ricchezza degli interni, tipica degli edifici dell’Ottocento, porta a pensare che la facciata sia semplicemente rimasta incompleta.
L’austerità della facciata della Chiesa del Rosario
L’accesso all’edificio avviene tramite un doppio ingresso: il principale da Corso Vittorio Emanuele, sprovvisto di portale, e il secondario da via Picceri. All’altezza di via Damaggio ci sono altre due porta, una risulta inutilizzabile a causa del dislivello della strada, e l’altra invece conduce alla sacrestia.
…molto ricca negli interni
L’interno della Chiesa del Rosario di Gela rivela un’ottima illuminazione grazie alle nove finestre presenti. Come detto, è riccamente ornata, in contrapposizione con l’esterno. Le pareti e il soffitto, infatti, presentano preziose decorazioni. Gli eleganti capitelli corinzi completano le maestose colonne. Ma il punto di maggior rilievo della chiesa è la zona dell’altare maggiore, alle cui spalle vi è un bassorilievo in gesso che raffigura l’Agnello di Dio tra gli angeli. Sei grossi vasi sovrastano l’abside e al di sopra di essi, nel catino, è ben visibile una raggiera con un coro di angeli.
L’organo presente nella chiesa
Sulla parte destra dell’ingresso principale c’è un’acquasantiera in marmo pregiato, mentre a sinistra troviamo un pulpito in legno finemente intarsiato. Completa l’arredamento un piccolo organo della seconda metà del XVIII secolo. Un’iscrizione su una delle pareti interne ricorda anche il restauro condotto nel 1971 su volontà di una donna gelese, Anna Cannizzo, che ne permise la riapertura dopo lungo tempo. In un momento ancora successivo, durante i lavori del 1987 per il rifacimento della pavimentazione, sono state ritrovate diverse sepolture gentilizie (loculi e cripte comunicanti). Conoscerne meglio la storia aiuterebbe a scoprire altri aspetti della Chiesa del Rosario di Gela. Ma molti misteri di questa chiesa sono destinati a rimanere tali, e noi ci godiamo questa meraviglia così com’è.