La cena di San Giuseppe, un insieme di tradizione e religiosità a Gela!

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La cena di San Giuseppe, un insieme di tradizione e religiosità

San Giuseppe nella tradizione siciliana è il santo patrono per eccellenza della famiglia nonché “avvocato delle cause impossibili”. Una delle celebrazioni più belle e suggestive in suo nome è quella che si svolge a Gela, “la cena di San Giuseppe”.

In un perfetto mix tra folklore e rito religioso, il valore di questa tradizione si trasmette da una generazione all’altra, rispettando la complessa simbologia che lo compone ed adempiendo ad un voto fatto per fede.

cena di San Giuseppe a Gela

Una tradizionale cena di San Giuseppe a Gela

I preparativi

I preparativi che vanno avanti dai primi di gennaio, andando a chiedere l’elemosina casa per casa (che anticamente veniva fatta a piedi scalzi), trovano il loro culmine pochi giorni prima della festa con l’allestimento degli “altari” e coinvolgendo anche amici e parenti delle famiglie che hanno fatto il voto. Gli uomini della famiglia preparano l’impalcatura in legno, solitamente presentante 5 o 7 gradini ed addobbata a festa con tovaglie di lino, fiori e decorazioni varie per fare da base ai doni e alle pietanze che verranno offerti alla Sacra Famiglia.

Immancabili doni delle tavolate di San Giuseppe sono i pani ed il simbolismo ad essi associato e ben definito: le forme di bastone, serra, martello e la scala, che rappresentano gli arnesi di lavoro di San Giuseppe; la stella, il cuore, la luna e la palma dedicati alla Vergine Maria; il sole, la mano, la croce, il gallo e il cestino dedicati a Gesù Bambino.

 

Le usanze nella festa

Le cene saranno visitabili come consuetudine dalle ore 12 del 18 marzo dai cittadini, che riceveranno ceci, fave o pane, in segno d’abbondanza. Nella notte si recitano delle tradizionali preghiere in dialetto fino ad aspettare “a palummeddra” intorno la mezzanotte, che simboleggia nella tradizione gelese lo Spirito Santo, benedicendo la cena. Il giorno di San Giuseppe, dopo aver partecipato alla Messa dei Patriarchi nella Chiesa di Sant’Agostino, i tre personaggi che rappresentano Giuseppe, Maria e Gesù, verranno condotti dalla famiglia devota alla cena.

A mezzogiorno in punto la Sacra Famiglia arriva davanti la porta della Cena bussando per tre volte, evocando quello che fu costretta a fare esule in Egitto. La terza volta viene aperta la porta ed entrano con un applauso e grida (“Viva Gesù, Giuseppe e Maria”) ed iniziano a mangiare. Sarà proprio il Patriarca a scandire i tempi del banchetto, battendo con la forchetta 3 volte sul piatto per passare alla portata successiva. Al segnale Maria e Gesù seguiranno il capo famiglia e lasceranno la pietanza per la successiva. Alla fine del pranzo i figuranti portano con sé tutto ciò che è rimasto dividendolo in 3 parti uguali. Ai fedeli partecipanti viene offerta una tradizionale pasta con i legumi: i “virgineddri”.

La cena di San Giuseppe, un insieme di tradizione e religiosità ultima modifica: 2018-03-15T02:11:24+01:00 da Alessio Pinazzo
La cena di San Giuseppe, un insieme di tradizione e religiosità

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