La volontà degli abitanti di far diventare Gela capoluogo di provincia risale a quando la città si chiamava ancora Terranova di Sicilia. Così, quando Mussolini arrivò in città per una visita ufficiale, si provò a convincerlo a concedere quest’onore al comune siciliano. Ma il duce, che pure seppe compiere gesti accattivanti nei confronti dei gelesi, non accontentò mai la popolazione, nonostante la grande accoglienza che la popolazione gli tributò nella sua visita a Gela.
Un’intera giornata a Gela
Quando Mussolini visitò Gela nel 1937, i cittadini avevano grandi aspettative. Il regime, infatti, aveva relegato Gela a provincia del nuovo capoluogo nisseno e aveva cancellato Terranova di Sicilia, che era stata realizzata dall’Imperatore Federico II e costruita sull’antica città greca. Questo fu uno smacco insopportabile e maldigerito dai fieri gelesi, che rivendicavano il titolo di capoluogo grazie ad una storia nobile e antica.
Così, quando Mussolini concesse l’onore della sua vita alla città, facendo il bagno nelle acque della città e restandovi per un’intera giornata, i cittadini preparano Gela come una principessa si prepara al grande ballo.
I più anziani, infatti, ancora ricordano i preparativi per quel 14 agosto del 1937. E Mussolini a Gela fu accolto con grande simpatia ed entusiasmo.
Una città addobbata a festa
In occasione di quella giornata, infatti, Gela era addobbata a festa. I balconi del centro, infatti, vennero adornati con tricolori e foto del duce, che era in città per inaugurare il monumento ai caduti. Ad accogliere il duce furono le più alte autorità cittadine, assieme al vicario del vescovo, che chiese un organo per la Chiesa Madre a Mussolini. Il corso Vittorio Emanuele vide una festante sfilata dei figli della lupa, i balilla, gli avanguardisti, i giovani fascisti e le piccole italiane.
Si allestì, inoltre, una piramide fatta di balle di cotone, all’inizio di Porta Caltagirone per mostrare al duce uno dei vanti del territorio. E Mussolini, anche per compiacere i gelesi, dichiarò che «Il cotone di Gela è l’oro bianco d’Italia».
Molto famosi, inoltre, sono i balli che Mussolini concesse alla signorina Cesarina Morsa e alla moglie del prefetto, dopo il banchetto ufficiale allestito sul Lido la Conchiglia. L’accoglienza che Gela concesse a Mussolini non fu il primo gesto di appoggio che la città fece nei confronti del duce. Già nel 1924, infatti, il regio commissario al Comune di Gela, il dottor Perugini, con una delibera sancì la cittadinanza onoraria gelese per il duce. Nonostante la concessione dell’organo alla Chiesa Madre e la realizzazione della Diga di Disueri, che avrebbe portato acqua alle campagne gelesi, la nomina a capoluogo di provincia non arrivò e resta, ancora oggi, un desiderio mai soddisfatto per i cittadini di Gela.