Lo sbarco degli Alleati a Gela e l'Operazione Husky

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STORIA

Mezzi storici a Gela in ricordo dello Sbarco degli Alleati

Al via, negli scorsi giorni, le iniziative in ricordo del 75° anniversario dello Sbarco degli Alleati a Gela. Mezzi storici da combattimento sono stati esposti lungo il Corso Vittorio Emanuele, di fronte la Chiesa Madre, in ricordo dell’Operazione Husky.
Ripercorriamo le fasi clou dello sbarco, e ricordare alcuni valorosi soldati che vi parteciparono.

Lo Sbarco degli Alleati a Gela

Il 10 luglio 1943 Gela e la sua costa furono l’epicentro di vicende mondiali. Le truppe americane, qui sbarcate, occuparono la città.
Alle prime luci dell’alba, iniziò la prima fase dell’Operazione Husky con lo sbarco di 180.000 uomini, con quasi 2.000 cannoni, 600 carri armati e 14.000 automezzi. Lo sbarco in Sicilia rappresentò un’imponente operazione offensiva degli Alleati, la più vasta in assoluto del Mediterraneo. L’armata inglese prese terra nel Golfo di Noto, mentre quella americana approdò nel Golfo di Gela.

Milocca-Milena Libera

Sbarco degli Alleati sulle coste di Gela

L’Operazione Husky

Le fasi dello sbarco anglo-americano in Sicilia, se si toglie la zona di Gela, furono scarsamente contrastati dalle truppe italiane e tedesche, impreparate e con numero di mezzi insufficienti.
Avuta notizia dello sbarco a Gela, il comando delle truppe dell’Asse dispose un contrattacco. L’esito non ebbe i risultati sperati, poiché l’azione dei contigenti oltre a non essere stata simultanea, fu penalizzata dalle cattive comunicazioni radio.
Gli americani, però, dopo aver conquistata Gela, subirono la controffensiva. La divisione italiana e quella tedesca diedero del filo da torcere agli invasori. Non riuscendo, però, a fermarli per l’arrivo di mezzi corazzati, per il fuoco dei mortai e, in particolare, per l’azione della marina e dell’aviazione anglo-americane. Nella battaglia, che infuriò sulla Piana di Gela e sulle colline che la circondano, ebbero la meglio gli alleati.

I soldati americani in Piazza Umberto I

I coraggiosi resistenti

Nonostante le sconfitte, i soldati dell’Asse continuarono a combattere. Tra questi molti italiani che, in tale occasione, dimostrarono grande valore, coraggio e disciplina, nonostante le voci che narrano di un esercito in fuga. Esistono infatti molte testimonianze che attestano la presenza delle divisioni italiane sul campo di battaglia.
Notevole fu la difesa dei militari italiani a Gela che, anche se per breve tempo, riuscirono a rallentare l’avanzata americana. Di essi si ricordano il caporalmaggiore Cesare Pellegrini, che trovò gloriosa morte nel fortino di Porta Marina; il sottotenente Angelo Navari che col suo carro armato, nei pressi del quartiere Porta Caltagirone, riuscì a impegnare una compagnia di soldati americani. Da menzionare anche il maggiore Enrico Artigiani e il colonnello Mario Mona. Infine, va ricordato il gelese Salvatore Bramante il quale, per aver sabotato le vie di comunicazione fra Gela e Vittoria, nel 1944 fu condannato a morte dal tribunale militare alleato.

La storia di Gela si fa storia mondiale

Fu così che la storia di Gela divenne storia nazionale e mondiale e la storia nazionale e mondiale si fece storia gelese.
Gli scontri della Battaglia di Gela terminarono nel primo pomeriggio del 12 luglio con la ritirata degli italo-tedeschi e con la cattura di quasi 20.000 prigionieri. Gela così fu la prima città d’Europa ad essere liberata. Da qui e da altre zone dell’Isola prese inizio la grande offensiva. In 39 giorni tutta la Sicilia fu conquistata dagli Alleati, diventando la base per le decisive battaglie che seguirono dal 1944 in tutta la Penisola.

Per rivivere le singole storie degli eroi della resistenza, vi rimandiamo al blog di Francesco Signorile.

Mezzi storici a Gela in ricordo dello Sbarco degli Alleati ultima modifica: 2018-06-01T17:25:33+02:00 da Lidiana Zappietro

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