La Sicilia, si sa, è terra di rinomata e antica storia teatrale. Sin dai tempi della Magna Grecia, infatti, la nobile arte è entrata nella cultura della regione, lasciando un importante lascito. E questa eredita oggi è rappresentata a Gela dal Teatro comunale Eschilo, di fondazione ottocentesca, ma legato a tradizioni molto più antiche.
Un teatro per la comunità gelese
Sin dai primi dell’Ottocento si è resa necessaria a Terranova di Sicilia la costruzione di un edificio culturale per la comunità e, in particolare, per la classe agiata della città. E fu così che i cittadini più facoltosi si adoperarono, assieme all’amministrazione comunale, con dei finanziamenti finalizzati alla costruzione di un teatro. La storia del Teatro Comunale Eschilo comincia nel 1832, anno della sua inaugurazione, avvenuta col nome di Teatro Maria Teresa. La denominazione, prima di assumere quella odiera, venne convertita in Teatro Giuseppe Garibaldi.
Una vecchia foto del Teatro Garibaldi, odierno Teatro Eschilo
Per la sua costruzione si decise di utilizzare un’area su cui, un tempo, si erigeva la chiesa di San Giovanni di Dio. Ora il teatro si presenta in tutta la sua bellezza in una delle piazze più affascinanti del centro cittadino: piazza Sant’Agostino, dove sorge anche l’omonima chiesa. Quest’ultima era già esistente quando nacque il teatro e la sua facciata neoclassica fu sicuramente un’importante ispirazione nella nuova costruzione.
La struttura del teatro
Il teatro, così come lo vediamo oggi, si presenta come un piccolo gioiello con un prospetto in stile neoclassico. I tre ingressi sono sovrastati da archi a tutto sesto, che si collocano rispettivamente sotto a tre finestroni con cornicione decorato. Il punto più alto della facciata è costituito da un enorme frontone, elemento tipico dell’architettura classica. L’interno del teatro, a pianta rettangolare con due file di palchi e galleria, contiene appena trecento posti a sedere.
La sala del teatro come la vediamo oggi
La struttura cominciò a mostrare i primi segni di cedimento già nei primi anni del Novecento. Divenne così necessario un rifacimento della facciata e una ricostruzione della sala interna, avvenuta negli anni trenta. Questo restauro avvenne più per esigenze strutturali che per migliorare gli elementi preesistenti. E purtroppo, a causa di una forte carenza di fondi, le finiture interne non furono all’altezza di quelle ottocentesche. Nel corso degli anni, inoltre, la struttura divenne subì un forte degrado anche dal punto di vista della programmazione. Oltre a convegni, spettacoli e proiezioni per le scuole, infatti, sovente vennero proiettati film a luci rosse e svolti incontri di pugilato. Lo scadimento delle attività svolte nel Teatro Comunale Eschilo portò, purtroppo, alla chiusura definitiva, avvenuta nel 1980.
L’ultima ristrutturazione
Ma l’idea che un’opera del genere non potesse morire in quel modo si è fatta largo all’alba del nuovo millennio. Fu l’ex sindaco Franco Gallo, nel 2000, a farsi promotore di nuovi lavori nel teatro, facendo carico il comune delle spese. In questi anni è avvenuta la ricostruzione degli interni del teatro e un parziale rifacimento della facciata. Tuttavia, fu soprattutto grazie a delle sovvenzioni della Comunità Europea che si poté procedere con il rifacimento dell’asse del palcoscenico e nuovi interventi agli interni. E’ avvenuto, infatti, un importante recupero dell’originario scheletro ligneo delle coperture. La sala, inoltre, è stata fornita di un moderno sistema di aerazione e condizionamento dell’aria.
Il teatro dopo i recenti restauri
Non è stato sempre semplice portare avanti il cantiere negli ultimi quindici anni. L’infiltrazione mafiosa nei lavori e il ritrovamento di strutture di epoca medievale, fra le quali una cisterna con numerosi reperti in ceramica del XIV secolo, hanno causato un forte rallentamento nei lavori. La nuova inaugurazione è avvenuta nel 2013 e ha ridato, speriamo una volta per tutte, a Gela uno dei suoi gioielli più preziosi.