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STORIA

Gela nella letteratura, da Eschilo a Quasimodo

Il mare di Gela al tramonto

Gela nella letteratura classica

Qual è il primo scrittore che ci viene in mente legato alla nostra città? L’origine greca di Gela fa subito pensare ad un nome: Eschilo. Il famoso drammaturgo greco si trovava qui, forse a causa di un esilio o per invito del tiranno Gerone, quando la morte lo colse nel 456 a.C.
Egli scrisse le Etnee proprio in onore della nuova città e del suo tiranno che aveva fondato Aitna, una polis sulle pendici dell’Etna.

Quello che il periodo greco-romano ci riporta di Gela è soprattutto la sua potenza. Il suo ruolo di fondatrice di altre polis. Anche quando, sotto i romani, si era ridotta ad un piccolo villaggio, scrittori come Cicerone, Plinio e Virgilio ne ricordano il passato glorioso. Da quest’ultimo essa è citata nel terzo libro dell’Eneide. Una citazione che teniamo presente con orgoglio e che, infatti, è protagonista di uno di quei bellissimi murales del nostro stadio “Vincenzo Presti”.
L’orgoglio per una storia così antica è un motivo in più per apprezzare questa città, per preservarla e presentarla al mondo con le sue affascinanti origini.

porto di Gela

Letteratura e buon cibo

Ma non possiamo dimenticarci di un’altra importante caratteristica… il buon cibo! Qualcosa da non sottovalutare, in quanto la cucina tipica è sempre un fattore d’attrazione turistica. E si deve pensare che la nostra passione per la buona tavola era presente già nel IV sec. a.C. Lo testimonia Archestrato, un poeta nato proprio nella nostra città. Un cultore del piacere, tanto che qualcuno lo ritiene un precursore di Epicuro. Purtroppo della sua opera rimangono solo dei frammenti.

Questa potrebbe aver avuto il titolo di Hedypatheia (“le delizie della vita”) ed è dedicata proprio all’arte gastronomica. Nel suo poema, Archestrato racconta di come abbia percorso tutta la terra e tutti i mari per conoscere quali siano le migliori vivande e i vini più pregiati. Tratta inoltre del pane, dei pesci, della selvaggina, della maniera di produrre e di conservare il vino. Soprattutto ai pesci dedica la propria attenzione. Indicandone le qualità migliori, i luoghi da dove provengono, le specie più rinomate e le stagioni in cui è opportuno catturarli.
Oggi il buon cibo sicuramente non manca. Le tradizioni rimangono intatte e gustare i piatti tipici è un’esperienza che non può mancare.

Gela nella letteratura moderna

Ma veniamo a tempi più recenti. Spesso viene dimenticato che è ambientato a Gela il racconto “La garibaldina”, di Elio Vittorini, scrittore del ‘900. A questo è stato anche dedicato il nostro Liceo Scientifico-Linguistico. In quest’opera viene offerto un quadro indimenticabile del paesaggio umano, sociale e geografico della Terranova di inizio Novecento. Simbolo di un meridione immobile nella sua arretratezza secolare e nei rapporti di classe ancora di tipo feudale.
Di sicuro il Mezzogiorno è rimasto “indietro” rispetto al resto dell’Italia, ma questo non è un buon motivo per arrendersi. Anzi è un input che ci permette di guardare al futuro come possibilità di sviluppo, alla ricerca di nuove occasioni per mettersi “alla pari”.

vista del pontile di Gela

Per concludere, come non ricordare i versi di Salvatore Quasimodo dedicati alla nostra spiaggia dorata.

Su la sabbia di Gela colore della paglia // mi stendevo fanciullo in riva al mare // antico di Grecia con molti sogni nei pugni // stretti e nel petto.
Là Eschilo esule // misurò versi e passi sconsolati, // in quel golfo arso l’aquila lo vide, // e fu l’ultimo giorno.

La nostra grande ed incantevole spiaggia ha riacquistato bellezza con gli ultimi lavori sul lungomare. I cittadini stessi cominciano a impegnarsi per promuoverla. Un bene prezioso che sfoggiamo e di cui ci possiamo vantare.

photo credits: Fabio Cafà

Gela nella letteratura, da Eschilo a Quasimodo ultima modifica: 2017-06-11T16:18:46+02:00 da Flavio Agati

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