L’antica colonia dorica di Ghela fu un importante luogo di scambi commerciali sulla costa meridionale della Sicilia. Per questo nel suo porto era continuo il passaggio di navi da carico che trasportavano la merce da vendere. Tre di queste imbarcazioni, conosciute come le tre navi greche di Gela, presumibilmente databili tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C., sono state rinvenute in prossimità della città greca.
La prima delle tre navi greche di Gela
Risale al 1988 la scoperta la prima delle tre navi greche di Gela. Due subacquei, infatti, notarono il relitto a 800 metri dalla costa e a quattro metri di profondità. Il fondale argilloso e sabbioso aiutò a conservare perfettamente la struttura lignea dell’imbarcazione, che era una nave da carico di grandi dimensioni. Le sue dimensioni, infatti, erano di 21 x 6,50 metri e rappresenta un esempio rarissimo di imbarcazione in cui il fasciame della carena era legato da fibre vegetali, proprio come quelle descritta da Omero nel secondo libro dell’Iliade. Questa nave trasportava oggetti caricati in varie città, durante un viaggio cominciato dal mar Egeo.
Il carico era composto da anfore che presumibilmente contenevano vino e olio, ceramiche ateniesi verniciate in nero e rosso ed altre ceste contenenti altre varietà di merci. Nel suo tragitto, inoltre, i marinai avevano caricato grosse pietre, anch’esse in parte rinvenute dai subacquei, che dovevano fungere da zavorra quando le merci sarebbero state scaricate. Sulla nave, infine, c’erano anche antichi oggetti di culto, a testimoniare che i marinai svolgevano delle pratiche religiose durante il viaggio.
Un tesoro rimasto celato
Il recupero della prima delle navi greche di Gela è avvenuto attraverso due campagne di scavo. Nel 2003, infatti, si recuperò la prua, mentre cinque anni più tardi si tirò fuori dall’acqua la poppa. L’imbarcazione ricevette un accurato trattamento di restauro dai laboratori specializzati di Portsmouth in Gran Bretagna. L’intenzione, una volta terminati i lavori, era quella di esporla al Museo della navigazione greca di Gela ma, nonostante i cinque milioni e mezzo di euro di fondi europei stanziati dalla Regione Sicilia, l’allestimento non si effettuò mai e il reperto resta smembrato e abbandonato tristemente in quaranta scatoloni.
Le altre due navi greche, al contrario della prima, non sono state ancora recuperate. Una è più piccola ed è databile al V secolo a.C.. Giace poco distante dalla prima imbarcazione e pare essere in ottime condizioni. La terza ed ultima nave, invece, si trova alla foce del fiume Dirillo, al confine tra il comune nisseno di Gela e di quello ragusano di Acate. La sua scoperta è avvenuta durante i lavori per la realizzazione del gasdotto libico. Non è escluso che maggiori ricerche possano rivelare altri preziosi reperti, anche di origine romana e bizantina. Il Golfo di Gela, infatti, ha un’importanza storica rilevante, dato che fu il luogo della battaglia tra i Romani di Attilio Regolo contro i Cartaginesi.