Il racconto di Gela dalla Preistoria all’età medievale. È questo ciò che il Museo archeologico regionale di Gela vuole trasmetterci, attraverso un allestimento che segue un coerente filo cronologico.
La storia del Museo archeologico di Gela
Il museo archeologico di Gela ha una storia relativamente recente. Nel 1955, infatti, il Ministero dei lavori pubblici attinse ai fondi della Cassa del Mezzogiorno per realizzare quest’opera, che ha messo il punto al decennale fenomeno di dirottamento dei reperti di Gela verso altri musei siciliani. Il progetto fu dell’architetto Luigi Pasquarelli e l’inaugurazione avvenne il 21 settembre del 1958. L’edificio, che sorge accanto all’acropoli di Gela, fu costruito dall’impresa I.CO.RI. di Milano sotto la direzione dell’architetto Rosario Corriere.
Una foto del Museo nel giorno della sua inaugurazione
Nel 1984 si resero necessari dei lavori di ampliamento per rendere possibile l’esposizione di nuovi reperti. I nuovi lavori vennero realizzati dall’architetto Franco Minissi. Infine, un ulteriore rinnovamento è avvenuto nel 1995, con un intervento che rivoluzionato il percorso espositivo del museo e gli apparati didattici e didascalici.
L’allestimento del museo
Il archeologico di Gela può vantare circa 4200 reperti tra ceramici bronzei e numismatici, esposti in otto differenti sezioni. Questi reperti ripercorrono la storia di Gela dalla preistoria al Medioevo. Le collezioni Navarra e Nocera costituiscono il nucleo più antico dell’esposizione. Di particolare importanza i reperti della prima collezione, pervenutici grazie alla passione del barone Giuseppe Navarra, che consistono in una serie di vasi corinzi e attici a rinvenuti nelle necropoli di Gela.
Una delle sale del museo
Risulta infatti considerevole la presenza di materiali provenienti dall’acropoli e dalle necropoli di Gela. Straordinarie testimonianze sono le collezioni di ceramica, i resti del relitto di Gela (una nave mercantile greca che affondò davanti al porto della città), l’ampia collezione di monete provenienti dalle colonie greche, e un fantastico elmo corinzio del VI-V sec. a.C., perfettamente integro, ritrovato nei fondali del mare di Gela.
La suddivisione degli spazi espositivi, come detto, è articolata in otto sezioni, su due piani.
Piano terra
- I – la storia, la preistoria, l’acropoli (dalla fondazione al V secolo a.C.) e l’acropoli (IV secolo a.C.), l’Emporio, la Nave.
- II – l’Heraion, la città fra il IV e il III secolo a.C.
- III – le Fornaci, l’Epigrafia.
- VIII – le Necropoli greche, la Collezione Navarra, la Collezione Nocera.
Un’antefissa a testa di sileno, esposta nel museo
Primo piano
- IV – le anfore.
- V – i Santuari extraurbani.
- VI – il territorio dalla Preistoria all’età greca.
- VII – il territorio dall’età romana all’età medievale.
Due elmi esposti al Museo Archeologico di Gela
Inoltre, la storia delle ceramiche attiche esposte nel museo è stata trattata anche in un’affascinante monografia del 2004 di Rosalba Panvini, Ceramiche attiche figurate del Museo archeologico di Gela. Selectio Vasorum, edita da Marsilio Editori.
Contatti
Il museo archeologico di Gela è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18. È possibile contattare la struttura attraverso i seguenti contatti.
Email: [email protected] – tel: 0933912626 – fax: 0933917952.
È inoltre possibile contattare la Sovrintendenza Alle Antichità Museo Archeologico, sita a Capo Sopra
Gela (CL), contrada Scavone, al numero 0933 930975, e la Regione Siciliana Museo Archeologico
Gela (CL), Corso Vittorio Emanuele 1 al numero di telefono 0933 926041.
Gorgona in terracotta decorata